00 30/01/2005 16:59
La vedova del grande libero commossa per l'iniziativa di Bearzot
"Ma la Juve ha sempre preferito tener dentro il dolore"

"La società non ha mai voluto miti. Ma per lui si doveva fare
qualcosa di più. Rappresentava valori che sono di tutti"
di MAURIZIO CROSETTI


TORINO - Mariella Scirea, ha visto quanta gente vuole ancora bene a Gaetano?
"E' una cosa bellissima. Prima l'idea di Bearzot, poi le oltre undicimila firme nel vostro sito Internet. Io e mio figlio Riccardo siamo orgogliosi, e diciamo grazie".

Tutti vogliono che la Juventus ritiri la maglia numero 6.
"Penso che sarebbe giusto, non è mai troppo tardi.
Altri club hanno fatto la stessa cosa. Gay meritava questo omaggio per primo: non è successo".

Perché?
"Forse perché la Juventus non ha mai voluto miti, e ha preferito tenersi dentro il dolore e il ricordo come facciamo noi piemontesi. Però è sbagliato. In questi anni neanche un torneo, una manifestazione, una partita organizzati a Torino nel suo nome. E vorrei ricordare che Gaetano non è morto di malattia a ottant'anni, è morto sul lavoro, durante una trasferta per la Juventus che lui non voleva fare e forse non doveva fare, neanche Zoff che era l'allenatore lo voleva, Gay aveva già visto giocare i polacchi due volte. Invece dovette partire e morì".

Sono trascorsi sedici anni: per la gente, è come se fossero stati sedici minuti.
"E' vero, c'è una grande vicinanza d'affetto e non credo dipenda solo dal tifo. Perché i valori che Gaetano rappresentava sono di tutti: la correttezza, l'umiltà, l'educazione. Una volta si fece male all'Olimpico contro la Roma, e Trapattoni lo sostituì a dieci minuti dalla fine: l'intero stadio si alzò in piedi ad applaudire. Ed erano i tempi di una rivalità feroce".

Non pensa che oggi lo sport abbia particolarmente bisogno di quei valori che appartenevano a suo marito?
"Eh sì, siamo un po' lontani, sempre di più. Certe cose importanti scorrono via come l'acqua. A volte mi chiedo cosa farebbe Gaetano se fosse ancora vivo, e lo immagino comunque nel calcio, però non allineato e forse un po' in difficoltà per questo. Ma amato, sempre".

La curva del tifo bianconero più appassionato si chiama Scirea.
"Bellissimo, però quella fu un'iniziativa dei tifosi, non della società. Io dico solo che Gaetano Scirea ha giocato 550 partite con la maglia della Juve".

Cosa può rappresentare, oggi, il ricordo di suo marito?
"Un esempio per i giovani, anche se non l'hanno mai visto".

E i vecchi non dimenticano. Bearzot non dimentica.
"Si sono voluti tanto bene, con Gay. Io so che il vecio prendeva la macchina e se ne andava da Gaetano al cimitero, senza dire niente a nessuno. L'ha fatto un sacco di volte".