La furia di Ivan non si placa
Almeno 22 morti negli Usa
WASHINGTON - Non si ferma la furia di Ivan. L'uragano, che sta attraversando il sud dell'America e che adesso sta colpendo la Georgia, ha provocato almeno 22 morti. Vittime che si aggiungono alle 70 persone uccise durante il passaggio nei Caraibi.
Anche questa volta, come già nei casi degli uragani Charley e Frances nell'ultimo mese, è la Florida a pagare il conto più pesante, con almeno 13 vittime. Ci sono stati morti anche in Lousiana (fra cui quattro persone evacuate), in Alabama e in Mississippi, oltre che in Georgia. Il presidente George W. Bush ha dichiarato queste zone aree disastrate e ha annunciato che salterà gli impegni elettorali del fine settimana per seguire in prima persona la situazione.
In Florida, i maggiori danni sono stati fatti dai tornado, sviluppatisi a margine dell'uragano: sei persone sono morte nella contea di Escambia, due nella contea di Bay e cinque a Blountstown, la città che è stata praticamente distrutta da una tromba d'aria. A Panama Beach, una bambina di 8 anni è stata schiacciata da un albero caduto sulla caravan dove viveva con i genitori.
I danni vengono stimati tra i tre e i 10 miliardi di dollari - vento, pioggia, inondazioni -, mentre in molte località alcuni servizi essenziali non sono stati ancora ripristinati.
Nel frattempo è stata ritrovata la piattaforma petrolifera che era data per dispersa nel Golfo del Messico dopo il passaggio dell'uragano. Evacuata dai 115 addetti, la struttura è stata ritrovata, a circa 100 chilometri a nord-est della sua posizione abituale.
Come se non bastasse, ad aggravare l'emergenza, c'è il possibile arrivo di un nuovo uragano, Jeanne, che ha fatto due morti nella Repubblica Dominicana e si sta avvicinando alle coste americane. Da ieri è in vigore il coprifuoco a Pensacola, in Florida, e nelle città dell'Alabama di Gulf Shores e Mobile. A Gulf Shores si cercano anche nove alligatori fuggiti dallo zoo durante il passaggio dell'uragano.