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"Continuate pure a criticare
io sono sempre Del Piero"
dal nostro inviato ENRICO CURRÒ
CHISINAU - Domani sera va in scena l'ennesima resurrezione azzurra di Del Piero, da capitano, nella seconda gara delle qualificazioni al Mondiale. Il copione è consunto. All'Europeo ha fatto il gregario di Totti prima e di Cassano poi, cioè il tornante: stavolta, delicati polpacci permettendo, sarà seconda punta per la contemporanea assenza dei due romanisti. Nella Juve Capello gli antepone Ibrahimovic e Trézéguet: l'anticamera di una bocciatura o di un cambiamento di ruolo?
Una partita che costa ai calciofili moldovi mezzo stipendio (un insegnante guadagna 30 euro al mese) si trasforma quindi in un nuovo duello con la critica spesso implacabile, con Miccoli, che non ha segnato ma ha contribuito a battere i norvegesi, e con se stesso. Dice di non volere arretrare a trequartista, ruolo rifiutato anche da Pirlo e da Fiore: coinciderebbe con la panchina. Del resto pure Totti, nell'attuale 4-4-2, farebbe l'attaccante.
Ma una punta si giudica dai gol, come sa Del Piero, marchiato dagli errori di mira degli ultimi quattro Mondiali ed Europei: "Se a fine stagione, senza infortuni, avrò fatto solo 6 gol, allora sarà giusto che mi massacriate. Occhio, però, non vorrei mettervi in imbarazzo".
Del Piero, lei torna su un palcoscenico minore.
"Mi sento un po' bambino, quando si andava a fare la doccia a casa, con le scarpette in mano. Ma rispettiamo la Moldova: la Grecia campione d'Europa ha perso in Albania e la Francia ha pareggiato in casa con Israele. Io chiedo solo di stare bene. Nella scorsa stagione, in due momenti diversi, sono stato infortunato per cinque mesi complessivi".
La disturbano tanti occhi addosso?
"L'attenzione nei miei confronti porta molte aspettative, vuol dire che qualcosa di buono, nella mia carriera, ho combinato".
Ha perdonato Miccoli per le sue allusioni in pubblico?
"E' venuto subito a spiegarsi. Dopo avere vissuto un anno nella stessa squadra, non vedo perché non gli dovrei credere. Questa è una bella nazionale, si cerca di fare gruppo: è una squadra aperta, attenta, vogliosa, pronta".
Ormai solo il ct e i compagni sono i suoi avvocati difensori?
"Le critiche non sono una novità, ho un'unica grande preoccupazione: stare bene. Così posso rispondere sul campo. Alcune cose mi hanno dato fastidio e non è detto che non prenda posizione, ma non è questo il momento di parlarne".
Sta per imitare altri suoi colleghi insofferenti alla critica?
"Io non copio nessuno, credo solo che certe persone debbano stare attente a come parlano, in tv e sui giornali. Non è questione di diventare cattivo, ma di non farsi prendere in giro. Al mio paese si dice: bon, bon, bon, te pasa par cojon".
Cova intenti di vendetta sportiva?
"Non covo un bel niente. Sono molto fiducioso, senza retorica. In nazionale c'è un nuovo staff e ci sono nuovi stimoli".
Lippi ct è una garanzia in più per lei?
"Mi conosce bene, ma non credo che mi garantisca privilegi. Con lui non li avevo alla Juve, figuriamoci qui".
Intanto Lippi dice che i campioni vanno deresponsabilizzati.
"Non possiamo pretendere di avere onori e non oneri, con quello che rappresentiamo...".
Ibrahimovic con la Svezia ha fatto subito 4 gol.
"Sono contento, significa che è forte. Il nostro mercato è stato ottimo. Ma ai tifosi della Juve non penso di dovere dimostrare niente".
La concorrenza non è mai stata così qualificata: dovrà arretrare per giocare?
"Perché, Miccoli non era un concorrente? Io spero di potere giocare nel ruolo in cui gioco meglio e segno, cioè davanti. Non so che cosa abbia in mente Capello. E spero che mi sia data fiducia nella mia posizione anche in nazionale, dove mi sono adattato più di altri. Negli ultimi quattro anni non ho mai giocato lì".
P.S:Ha ragione, dei giocatori della nazionale, è quello che più di tutti si è dovuto adattare alle esigenze dei suo allenatori, che non l'hanno mai fatto giocare nel suo ruolo originale.