Il regista Peter Howitt è inglese, Pierce Brosnan è irlandese. Ma «Laws of Attraction - Matrimonio in appello» è una commedia profondamente americana impregnata di quegli umori, di quelle atmosfere e di quegli incontri-scontri sessisti che fecero grande il genere negli anni d'oro di Hollywood. E il modello evidente, citato e metabolizzato, è «La costola di Adamo» con la mitica coppia Spencer Tracy-Katharine Hepburn, coniugi e avvocati avversari. Anche i due divorzisti Daniel Rafferty (Brosnan) e Audrey Woods (Julianne Moore) intrecciano battaglie legali e schermaglie amorose e, dopo essersi studiati e insultati e aver messo a punto tattiche e strategie, diventeranno marito e moglie.
La bella avvocatessa Woods di New York ha un curriculum prestigioso e non ha mai perso una causa, fino a quando con incrocia l'avvocato californiano Rafferty dall'aria trasandata e bohémien. Inizia in tribunale un duello senza esclusione di colpi, ma mentre mettono a confronto i loro diversi metodi (rigorosa e leale lei; distratto e disinvolto, pronto a ricorrere a colpi bassi lui), i due legali sentono che c'è tra loro la classica attrazione-repulsione che può sfociare nell'amore. Finiscono a letto dopo una sbronza in un locale cubano, ma il mattino dopo sono pronti ad affrontare il processo da avversari. Il colpo di grazia alla poco convinta resistenza di Audrey, single assorbita dal lavoro e incalzata da una madre trasgressiva e giovanile, la dà la trasferta professionale in Irlanda, dove uno stupendo castello è l'oggetto del contendere nella causa di divorzio di una coppia famosa, un cantante rock e una stilista, che vede i due opposti come difensori. Dopo una festa a base di alcol e musiche irlandesi, i legali si ritrovano sposati. Chiarito l'equivoco (un finto prete aveva celebrato il matrimonio), lei torna sulle sue posizioni ma, esaurita la convivenza professionale, ambedue si rendono conto che non possono opporsi alle istanze dei sentimenti e si sposano davvero.
Dopo il successo di «Sliding Doors» e «Johnny English», Howitt conferma di avere nel Dna il ritmo, la costruzione e le atmosfere della commedia. Il percorso che porta due divorzisti condannati a sancire la separazione delle coppie a formare essi stessi una coppia prende poi la forma della favola romantica con un finale all'insegna di un moralismo funzionale. Dialoghi frizzanti, battute pungenti e incalzanti, duelli verbali a mo' di aforismi e una coppia di attori che interagiscono alla perfezione, con Brosnan che smessi momentaneamente i legnosi abiti di 007 indossa con bravura quelli del commediante d'altri tempi (ottimo il doppiaggio di Luca Ward), candidandosi con Clooney a ereditare lo scettro di Cary Grant e Clark Gable.
(da Il Mattino)
Luca Ward er mejo der mejo