Le Simone "vive e stanno bene"
Dal Kuwait arriva una speranza
Dagli stessi informatori arriva la condanna dei due gruppi "sconosciuti" che hanno annunciato la morte su Internet
KUWAIT CITY - La speranza che le due Simone siano ancora vive e stiano bene arriva questa volta da un giornale di carta, il quotidiano kuwatiano, Al-Rai Al-Amm, nato negli anni '90, il più letto in Kuwait. In un articolo che ripercorre la storia del rapimento delle volontarie italiane, il giornale, citando "fonti ben informate", in contatto con il movimento jihadista, scrive che le due volontarie di "Un ponte per...", rapite il 7 settembre, sarebbero vive e in buone condizioni.
Secondo le fonti interpellate, i rapitori "le avrebbero trattate sempre in conformità con i precetti della Sharia (la legge islamica), che impone di trattare bene i prigionieri in guerra". Le stesse fonti condannano quindi "i due gruppi sconosciuti che non hanno nessun ruolo nel Jihad in Iraq per aver diffuso due comunicati falsi annunciando la morte delle due rapite e affermando una cosa che non è affatto vera".
"L'obiettivo di questo sequestro è quello di inviare un messaggio chiaro al governo di Berlusconi per fargli capire che il popolo iracheno è contrario all'invio di truppe italiane nel paese e che ne richiede il ritiro, così come ha fatto il governo spagnolo. In caso di mancata risposta da parte del governo Berlusconi, la punizione per le due italiane potrebbe essere disastrosa".
I due comunicati che annunciavano la morte delle due Simone sono stati diffusi su Internet nel giro di poche ore. Il primo, che annuncia l'esecuzione, è di un gruppo, che si definisce "Organizzazione della Jihad". Poi, sempre su Internet, l'annuncio di un video che mostra le immagini dell'esecuzione. Video mai mostrato. Questa volta a firmare il messaggio è il gruppo Ansar al Zawahiri, lo stesso che rivendicò in prima battuta il rapimento.
Secondo le fonti interpellate dal giornale kuwatiano le due rivendicazioni sono false. Che peso dare alla notizia? C'è da dire che Al-Rai Al-Amm è da sempre uno dei giornali più informati sulle vicende relative ai gruppi jihadisti che operano in Iraq. Prima di fornire notizie sulle condizioni delle due italiane rapite nel paese arabo, aveva già dato altre informazioni riguardanti i terroristi islamici di Al-Qaeda, notizie rivelatesi successivamente fondate.
Ancora. Lo scorso 20 settembre aveva annunciato la morte del Muftì e braccio destro di Osama Bin Laden, Abu Anas Al-Shami, deceduto nel corso di un bombardamento americano a Falluja. La notizia era stata rilanciata dalle agenzie internazionali e confermata dalla famiglia del terrorista solo due giorni dopo.
"La nostra è una fonte di totale fiducia" dichiara Ali Al Riz, direttore del quotidiano kuwaitiano. "Non possiamo essere sicuri al 100% - ha detto Ali Al Riz intervistato da Sky Tg24 - ma posso dire che la nostra è una fonte autorevole".
www.repubblica.it